Qualche notizia sulle radiazioni
Tutti sappiamo cosa sono i raggi X, si utilizzano per ottenere delle immagini di strutture (nel nostro caso “denti” e “ossa mascellari”) non visibili ad occhio nudo.
Sappiamo anche che i raggi x non fanno proprio bene; ma se mettiamo sul piatto della bilancia il danno procurato dai raggi x al nostro organismo, paragonato ai vantaggi che si ottengono (ovviamente con un uso appropriato) nel individuare precocemente patologie anche gravi e poterle quindi curare, non abbiamo dubbi nell’affermare che che la decisione va a favore della diagnosi.
A quante radiazioni siamo sottoposti con le radiografie odontoiatriche?
L’unità di misura della dose radiografica è il sievert (Sv), il millisievert ( mSv )=1/1.000 di sievert, il microsievert (µSv) =1/1.000.000 di sievert
Come termine di paragone teniamo presente che nella nostra vita quotidiana siamo regolarmente sottoposti in media ad una dose di 1,5 mSv all’anno circa 4 µSv al giorno. Parlo della dose che riceviamo dall’ambiente che ci circonda.
Vediamo ora a quante radiazioni siamo sottoposti dal dentista con i vari strumenti a disposizione.
A quante radiazioni siamo sottoposti con le radiografie odontoiatriche?
Diagnocam: è uno strumento che permette di valutare la presenza di caria anche piccole mediante l’utilizzo di una luce laser .
E’ un’ ulteriore passo avanti in ottica di prevenzione dentale nel massimo rispetto della salute generale. Infatti ci permette di utilizzarlo tutte le volte che vogliamo poiché non utilizza raggi x (0 µSv) per rilevare la carie ma solo luce.
L’immagine del dente viene riprodotta in tempo reale sul monitor del computer e diventa quindi chiaramente visibile la presenza di carie.
Questo è ovviamente un ottimo strumento ma il suo utilizzo è limitato alla porzione più superficiale del dente.
Quando si vuole indagare zone più estese, come le radici o l’osso che circonda il dente, o le ossa mascellari nella loro totalità, si rende necessario utilizzare i raggi x.
MA….. disponiamo di strumenti che le minimizzano!!
Sensore digitale: questo sistema diagnostico utilizza un sensore che ci permette di vedere un dente nella sua totalità ( radice compresa ) con soli < 2 µSv. Equivalente a poco ore della dose ambientale quotidiana
Lastre ai fosfori: con questo sistema si può visualizzare 3/4 denti completi con <2 µSv
Panoramica (OPT) digitale : con questa radiografia si può controllare entrambi i mascellari e tutti i denti con un dosaggio di 15 µSv equivalente a tre giorni di dose ambientale
Esame 3D ,Tc Cone Beam(CBCT) : ci permette di vedere tutte le strutture precedenti in 3D
(tridimensiolale). Dosaggio 35 µSv, sei giorni di dose ambientale
Conclusioni:
Il principio che ci deve guidare è quello per cui non si deve abusare dell’esame diagnostico con raggi x ma, se ben utilizzato, è un presidio a nostra disposizione prima di tutto per fare diagnosi, capire quale è il problema e di conseguenza impostare la terapia, conoscere l’area che si va a trattare per evitare di fare danni a strutture delicate, prevenire patologie più gravi o prendere in tempo una patologia.
In pratica non se ne può fare a meno ma la tecnologia digitale di cui disponiamo ci viene in aiuto per minimizzare gli effetti collaterali ed eseguire cure di qualità e prive di rischi.